• organizzazione lavorativa

    Il segreto per aumentare la produttività

    In questo articolo avevo accennato al fatto che per aumentare la produttività molti esperti sottolineano l’importanza dei momenti di pausa.

    Foto di mentatdgt

    Questo succede perché un eccessivo e troppo esteso impiego delle nostre capacità intellettive e risorse di energia è più controproducente che altro.

    Infatti, quando si “tira troppo la corda” la prima cosa che si tende a trascurare è la propria salute fisica e mentale. Peccato che questa sia fondamentale al raggiungimento dei nostri obiettivi. E questo vale anche (e soprattutto) quando ci si deve prendere cura di qualcuno.

    Per questo motivo è davvero fondamentale pianificare le pause e i momenti di benessere, che si tratti di vita privata o lavorativa, che si lavori per un’azienda o per se stessi. Si tende spesso a pensare che chi lavora in proprio, riesca più facilmente a ritagliarsi i propri spazi. La verità è che questa abilità non dipende da chi è il nostro datore di lavoro, ma dalla nostra indole e organizzazione.

    Se si è iper-disciplinati e se si ha un forte senso del dovere, verrà naturale cercare di accontentare tutti, lavorando senza sosta e spendendo tutte le nostre energie senza tenere conto (se non in minima parte) del nostro benessere. 

    Se ti riconosci in questa descrizione oggi ti parlo di due tecniche di produttività che tengono conto dell’importanza delle pause: la ormai arci-nota “tecnica del pomodoro” di Francesco Cirillo e il metodo Heppell, tratto dal manuale di Michael Heppell “Guadagnare un’ora al giorno (e vivere felici!)”.

    aumentare la produttività: la tecnica del pomodoro

    Cirillo ha teorizzato la sua tecnica in un libro omonimo. Questo metodo è soprattutto un metodo per aumentare la produttività, migliorando la concentrazione. Nonostante venga spesso un po’ semplificato, in realtà è più completo di come viene normalmente spiegato. Tuttavia, in questo caso, la versione “semplificata” del metodo è sufficiente per dimostrare il mio punto: l’importanza di pianificare le pause.

    La tecnica del pomodoro prende il nome da un timer da cucina che Cirillo inizia a usare quando intuisce il legame tra lavoro di concentrazione e sforzo intellettivo. 

    Il metodo consiste nel puntare un timer affinché suoni dopo 25 minuti, dedicando quel lasso di tempo a un compito specifico, evitando le interruzioni esterne ed interne.

    Al termine dei venticinque minuti, ci si prende una pausa di 5 minuti in cui è tassativamente vietato concentrarsi su qualsiasi cosa. Questi venticinque minuti diventano una sorta di unità atomica inscindibile, definita appunto “pomodoro”.

    Al completamento di quattro “pomodori”, ci si prende venti minuti di pausa.

    Secondo la tecnica del pomodoro, quindi, le pause sono necessarie per poter continuare a svolgere un lavoro di concentrazione in maniera proficua. Grazie alle frequenti pause, la nostra mente rimane ricettiva, fresca, riposata e concentrata per tutto il giorno, senza sovraccarichi.

    il metodo heppell

    Il metodo Heppell è invece un sistema di organizzazione che, riassunto in maniera molto sintetica, propone di dividere i giorni della settimana in tre tipologie: i giorni per gli affari, i giorni per se stessi e i giorni per tutto il resto.

    L’aspetto davvero rivoluzionario di questo metodo è che, diversamente da quanto verrebbe automatico pensare, i giorni che Heppel ritiene necessari per gli affari (almeno, quando si inizia ad approcciarsi a questa tecnica) non sono cinque o quattro, e nemmeno tre, ma… due!

    Mentre i giorni restanti dovrebbero essere dedicati a noi stessi e a tutto il resto.

    Come puoi vedere entrambe queste tecniche valorizzano i momenti di pausa, o comunque i momenti in cui non si fa un lavoro “di concentrazione”, come momenti propedeutici alla produttività.

    Volendo fare un passo più in là in questo ragionamento, a me piace pensare che il nostro benessere non debba essere al servizio della nostra produttività. Piuttosto dovrebbe essere il nostro obiettivo primario, che, guarda caso, ha come beneficio collaterale anche una maggiore produttività.

    Cosa ne pensi?

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